Manga Planet, "Un pò di storia"

by - giovedì, settembre 17, 2015


Salve Entucci  quest'oggi ho voluto strutturare questa rubrica un po diversamente dal solito, infatti oggi voglio approfondire un pò con voi questo tipo di fumetti, parlandovi dei manga in generale, come sono nati, quanti generi esistono e chi li ha inventati. Lo so avrei dovuto farlo all'inizio appena vi abbiamo presentato la rubrica ma come si dice meglio tardi che mai ^_^..

Il termine manga fu coniato nel 1814 dal pittore giapponese Katsushika Hokusai, per dare il titolo ad una sua raccolta di disegni e schizzi, gli Hokusai Manga. Successivamente questo termine venne usato per indicare tutti i disegni Satirici, dalle vignette alle strisce. In Giappone i manga non rappresentano un genere o uno stile in particolare, ma sono chiamati così i fumetti di qualsiasi target, tematica ed anche nazionalità.

I manga sono principalmente stampati in bianco e nero, ma non mancano pubblicazioni totalmente a colori, anche se sono in numero molto minore rispetto a quelli bicolore, per via dei costi realizzativi decisamente più alti, che richiede l'intera colorazione. In Giappone sono tipicamente serializzate su riviste dedicate, contenenti più storie, ognuna delle quali viene presentata con un singolo capitolo per poi essere ripresa nel numero successivo. Se una serie ha successo, i capitoli possono essere raccolti e ristampati in volumi tankōbon (termine giapponese che indica un particolare formato di pubblicazione cartacea "13x18 cm", di solito di circa duecento pagine) e la serie può ricevere un adattamento animato dopo o addirittura durante la sua pubblicazione. Gli autori di manga (mangaka, in lingua giapponese) lavorano tradizionalmente con assistenti nei loro studi e sono associati con un editore per la pubblicazione delle loro opere. 

Con la scomparsa dei Kamischibai ( forma di narrazione giapponese che ha avuto origine nei templi buddisti nel Giappone del XII, conosciuto anche come lo sceneggiato su carta) "teatrini di strada" e con l'introduzione della televisione nel 1952,  il manga inizia a prendere una posizione diversa nel mondo e molti scrittori e artisti migrarono in questo nuovo stile di narrazione, come Osamu Tezuka che con la sua prima opera da professionista, Shin Takarajima (La nuova Isola Del Tesoro), crea le basi per il fumetto giapponese, imponendo un nuovo stile grafico ispirato ai cartoni animati della Disney (Personaggi arrotondati, infantili e con grandi occhi) e un nuovo modo di raccontare le storie con le tecniche narrative molto visuali (storibook), che si avvicinano a quelle usate nei film.

Esistono diverse tipologie di manga tutte basate su alcuni criteri fondamentali dalla fascia d'età al genere. Infatti, proprio questa loro caratteristica, stabilisce il fattore principale del manga stesso:


  • Kodomo: per bambini
  • Shonen: per i ragazzi (6-18 anni)
  • Shojo: per ragazze (6-18 anni) " quelli che amo io"
  • Seinen: per i giovani e gli uomini adulti
  • Radius: per le giovani e le donne adulte conosciuti anche come Josei
  • Shojo-ai: storie sentimentali tra ragazza
  • Shojo-yuri: storie erotiche tra ragazze
  • Shonen-ai: storie sentimentali tra ragazzi
  • Shonen-yuri: storie erotiche tra ragazzi
  • Seijin: per uomini maturi (più degli seinen)
  • Redikomi (Lady's Manga): per le donne mature (più dei radius)


oltre a queste esistono anche altre categorie particolari:


  • Dojishi: parodie non ufficiali, disegnate dai fan (Fanzione)
  • Yonkoma: manga di quattro vignette (Strisce)
  • Gekiga: manga di genere drammatico(anni 60-70)
  • Ecchi: il cosi detto manga erotico (soft)
  • Hentai: il manga pornografico


Tra tutte, le categorie più utilizzate sono gli Shonen, Shojo, Seinen e gli Hentai, queste 4 radunano la maggior parte della produzione esistente dei manga. Quando esso incontra un certo successo e pubblicato anche rilegato in volume, come quelli che si trovano da noi, in diversi formati tankōbon (formato standard), Bunkoban (formato più compatto, utilizzato per le riedizioni), Wideban (formato lusso, più grande del tankōbo).


Come tutti sanno il manga si legge al contrario, rispetto al fumetto occidentale, cioè dall'ultima alla prima pagina, in questo modo la rilegatura sarà alla destra del lettore, e le pagine "cosi dette libere" alla sinistra. Anche le vignette i cosi detti Ballon vanno letti da destra verso sinistra, dall'alto verso il basso. Nel corso del tempo ci sono stati alcuni mutamenti nella disposizione delle strisce. Inizialmente prevaleva la disposizione verticale; successivamente, nei tardi anni quaranta, è stata introdotta anche la disposizione orizzontale (quella che ci ritroviamo oggi nei vari volumetti). Nelle storie più accurate dal punto di vista stilistico, queste due disposizioni si sovrappongono e vengono entrambe usate, cerando un percorso di lettura piuttosto complesso per le abitudini del lettore occidentale, ma con un preciso intento stilistico.


Mentre, le storie di avventura, dedicate ad un pubblico di ragazzi ed adulti maschi, sono caratterizzate da una disposizione abbastanza semplice, si è creato nel genere dedicato alle ragazze, lo Shojo, un modo innovativo di trattare la disposizione delle singole vignette, per creare effetti drammatici, intensi e sottolineare i sentimenti che entrano in gioco nella storia.

Il disegnatore o la disegnatrice, fa spesso scomparire le linee divisorie delle singole vignette, la struttura della pagina diventa più importante del riquadro singolo, creando cosi un unica scena che viene sviluppata su due pagine intere a fronte. I contorni dei pannelli si sovrappongono, e con essi i vari significati trasmessi dal disegno.

Cosa molto importante non bisogna confondere i fumetti coreani da quelli giapponesi; all'occhio non allenato possono sembrare simili, ma gli occhi di un giapponese sono probabilmente simili quanto fumetti italiani e francesi per noi. Dal punto di vista dei fumetti, i giapponesi sono molto " patriottici", e tendono a guardare con sospetto fumetti esteri; alcune serie straniere ad esempio le Witch, sono state addirittura ridisegnate da artisti giapponesi appositamente per il loro mercato. Le caratteristiche principali che distinguono i manga giapponesi dai fumetti sono nella tecnica narrativa e nello stile grafico ma di questo ve ne parlerò la prossima volta ^_^

(Fonte la mia tesi di laurea XD)

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2 commenti

  1. Parlano tutti di manga senza quasi sapere da cosa sia tratto e come si sviluppi, è bello sapere invece che tu ti sia fermata un attimo a parlarne. può sembrare una cosa scontata e invece non lo è perchè è importante differenziarlo dal fumetto. io poi va beh banalissimo ma amo molto le witch *_* grazie per questo articolo condivido subito nella mia pagina!

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    1. credimo lo avevo in lista da un bel po', solo che non ho mai trovato un attimo per scriverlo e finalmente alla fine ci sono riuscita. Anche se ho tralasciato parecchie cose, ma le più esenziali le ho inserte e questo è l'importante. Nella prossima puntata entrerò più nello specifico e vi spieghero qualcosina in più sulla narrazione e sulla grafica ^_^

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