Sottomondo è molto meglio. Sai, dato che si tratta di un sotterraneo. Che te ne pare, Alyssa?». Quell’isolata manifestazione di pentimento da parte di Taelor torna a risuonarmi nelle orecchie mentre sfreccio al centro della pista da skate, dominata da una grossa insegna al neon che dice: SOTTOMONDO .

Passiamo di fronte a un cartello scolorito sul quale c’è scritto: MANICOMIO DI SOUL – OFFRE PACE E RIPOSO ALLE MENTI AFFATICATE DAL 1942 .... Ricominciamo a muoverci lentamente verso l’edificio di quattro piani che si vede in lontananza. I mattoni rosso sangue si stagliano decisi contro il cielo limpido. A un primo sguardo sembra quasi una casa di marzapane, ma le tegole bianche del tetto spiovente assomigliano più a denti appuntiti che a uno strato di glassa.

Il macchinario ricomincia a rombare. Alle spalle di Jeb, le ruote e le carrucole tornano al loro posto. Di colpo, la tenda davanti a me si solleva, come se fosse collegata al macchinario da fili invisibili, e rivela una botola che fino a pochi minuti fa non c’era. « Aprila ». Allungo un braccio per obbedire al comando, come se fossi una marionetta nelle mani della mia guida Netherling. «Al, no!», grida Jeb. Spalanco la botola prima che possa impedirmelo. Oltre la soglia, si snoda un lungo corridoio scuro. Mi affaccio e, con quel po’ di luce proveniente dalla stanza alle mie spalle, riesco a vedere che il passaggio si fa sempre più stretto e basso. All’improvviso colgo un movimento fugace nel buio e faccio un salto indietro, finendo dritta contro il petto di Jeb. Lui mi circonda la vita con un braccio e mi tiene stretta a sé mentre la sagoma scura di un piccolo coniglio su due zampe compare sulla soglia della botola.

Mi arrampico su un mucchietto di terra e mi guardo intorno. Sono sovrastata da un giardino pieno di fiori che proiettano ombre enormi. Affacciandomi tra i gambi, che mi sembrano grandi come tronchi, vedo una spiaggia di fronte a un oceano senza fine. Sulla riva c’è una barca a remi vuota, gigantesca rispetto a me. L’aria sa di sale e di pollini...
La spiaggia si estende a perdita d’occhio… Un infinito deserto nerissimo fatto di fuliggine scintillante. Non era così che avevo immaginato il cuore del Paese delle Meraviglie, ammesso che questo posto lo sia. Non c’è flora né fauna, a eccezione di un albero solitario più grande di una sequoia a pochi metri da noi.

«È dove vengono banditi gli esiliati dal Paese delle Meraviglie, dove sarebbe dovuta andare la Regina Rossa, prima di scappare. È circondato da una cupola di ferro che impedisce a tutti di uscire, e due cavalieri, uno Rosso e uno Bianco, custodiscono ogni passaggio. Quel posto è il Paese delle Meraviglie all’ennesima potenza. Le creature…». Il suo viso impallidisce. «I paesaggi… sono selvaggi e incontrollati, trasformati al di là di ogni immaginazione. Non c’è da stupirsi che i sogni di tuo padre fossero così ipnotici per le anime irrequiete. Le sue esperienze in quel luogo hanno probabilmente soddisfatto completamente la loro sete di frivolezze violente. Per non parlare di quanto formidabili devono essere stati i suoi incubi. La tana del coniglio non è mai stata tanto sicura come quando c’erano i suoi paupersi».