Blog tour Trilogia: Oltre I Confini - Saga dell'immateriale

by - mercoledì, ottobre 05, 2016


Buon pomeriggio entucci oggi ho l'onore di presentarvi la prima tappa del blogtour dedicato alla trilogia fantasy di oltre i confini di Noemi Gastaldi. Come ben sapete, qualche tempo fà, ho avuto il piacere di leggere l'intera saga, allora suddivisa in tre singoli volumi, e ho avuto anche l'onore di ospitare Fantasy nel mio salottino, dove tra un bicchiere di Thee e qualche biscottino abbiamo scambiato quattro chiacchiere (QUI). 


Formato Kindle: 2.70 euro / 0.99 euro fino a domenica 2 ottobre. Gratis per gli iscritti al programma
“Kindle Unlimited”
Formato cartaceo: 15.99 euro
Lunghezza di stampa: 850 pagine

Lucilla soffre di allucinazioni fin da quando era molto piccola.
Francesca è in grado di viaggiare tra due mondi: la realtà materiale e quella immateriale.

Lucilla e Francesca conosceranno il mondo oltre i confini. Confini labili, personaggi misteriosi, situazioni imprevedibili.

Nel racconto di un percorso di crescita interiore molto speciale…

È una storia passionale e avviluppante, che sconvolge nel più profondo dell’animo.

- BLOG LIBERA-MENTE –

Viene spontaneo chiedersi se la nostra sia l’unica realtà esistente, forse è la sola che conosciamo ma non bisogna mai porre dei limiti alla conoscenza.

– BLOG PENNA D’ORO –


L’autrice: NOEMI GASTALDI nasce ogni sera quando le incombenze quotidiane hanno fine. Vive per scrivere e anche un po’ per sognare, infine, muore ogni mattina. Odia svegliarsi, preferisce rinascere.


Attualmente ha pubblicato:

Trilogia “Oltre i confini”
- Vol. 1, Il tocco degli Spiriti Antichi (2012) (Recensione)
- Vol. 2, Il battito della Bestia (2014) (Recensione)
- Vol. 3, Il canto delle Forze Ancestrali (2015)

Racconti in edizione digitale:
- Casamatta (2015)
- Male Dire (2015)
- Il Coltello (2016)

Per Eroscultura:
- 22 fiori gialli (2009 - prima edizione, 2012 - edizione attuale, rivista e perfezionata da Eroscultura)

Per saperne di più: noemigastaldi.wordpress.com



Dopo il calendario è arrivato il momento dell'estratto hih che bello spero di incuriosirvi almeno un po' e di convincervi a continuare a seguire questo fantastico blogtour :*

*Il vicolo buio*

Giulio tirò il freno a mano e spense il motore, cercando qualcosa da dire. Silenziosamente, estrasse un CD dal cruscotto e lo inserì nello stereo. “Te lo ricordi?” chiese a Lucilla, mentre il grido arrabbiato dei SOAD riempiva di prepotenza l’abitacolo. “Arrivavi sempre da me con quelle cuffiette nelle orecchie. Io ti chiedevo cosa stessi ascoltando e tu te le toglievi, alzavi il volume al massimo e le mettevi a me: mi perforavano i timpani, ma cercavo di ascoltare, di capire almeno cosa fosse.”

“Me lo ricordo, ti facevo i dispetti!” commentò Lucilla, ripensando allo strano modo in cui lei e Giulio avevano stretto amicizia.

“Questa canzone la ascoltavi così spesso che un giorno l’ho cercata. Ho scritto su internet quelle quattro parole che il cantante ripeteva con insistenza: Psycho! Groupie! Cocaine! Crazy! Alla fine l’ho trovata e ho scaricato tutto il disco. Non mi dispiacciono, sai?” ammise Giulio.

“Non l’avrei detto.” rivelò lei, notando per la prima volta gli occhi languidi con cui Giulio la guardava. Abbassò il volume e si voltò a guardarlo in faccia: “Non voglio fare la presuntuosa ma, forse, c’è una cosa di cui dovremmo parlare...”

“Tu mi piaci molto, Lucilla.” proruppe lui, sentendosi il cuore scivolare in fondo al petto. 

A lei sfuggì un: “Bene…” ben più sarcastico di quanto avrebbe voluto. Pensò di essere stata stupida a non averlo notato fin da subito, poi cercò di correggere il tiro: “Scusa, non fraintendere, ma purtroppo io ho un po’ di problemi con queste cose...”

“Ne ho anch’io, credimi!” la interruppe Giulio. 

“Se anche tu hai problemi con gli impegni a lungo termine,” equivocò Lucilla, “forse questa cosa non è nata poi così male…” concluse, prendendogli una mano e regalandogli un lieve sorriso. 

Giulio sentì il suo stomaco andare in subbuglio, un po’ per il contatto ma, soprattutto, per quell’ultima frase a cui sul momento non seppe dare un senso.

“Mi sento sollevata, queste cose è sempre meglio dirsele subito, non è vero?” aggiunse Lucilla, cercando una conferma nei suoi occhi. Invece vide lo sguardo di lui allontanarsi: stava fissando un vicolo buio. Lucilla seguì quella direzione: sembrava che un ragazzo stesse picchiando una ragazza, sebbene la scena fosse distante. 

Giulio e Lucilla scesero rapidamente dall’auto per vedere meglio, nella speranza di poter fare qualcosa. Quando la Viator si accorse di un’armatura scura accanto alla coppia, si precipitò nel vicolo senza perdere nemmeno un secondo. 

Aveva con sé poche cose: l’occorrente per dissolvere un Larius, per lanciare lontano un oggetto, per distruggere un oggetto. Avrei dovuto portarmi dietro tutto il borsone!, pensò, ma per lei anche le normali borsette erano fin troppo ingombranti. Spero basti quello che ho...

Corse alle spalle dell’armatura e si portò le mani al cuore, concentrandosi sul battito della sua orca e
sull’istinto alla caccia. Le sue mani si mossero rapide, sminuzzarono le erbe e le gettarono in aria per poi incendiarle con un fiammifero. Lucilla si ricoprì interamente di uno strato sottile di metallo, così fine che lei quasi non lo sentiva addosso. Solo le sue mani si erano fatte pesanti e, guardandole, realizzò qualcosa di  strabiliante: dall'altezza del polso in poi, si erano mutate in micidiali asce da combattimento, le cui doppie lame ricordavano proprio la forma della pinna dorsale di un'orca.

Lucilla si gettò contro l'armatura, e l'istinto della Bestia che era in lei la portò a battersi come la più abile delle guerriere. Ma il metallo di cui era costituito l'involucro della spettro era troppo robusto, tanto che veniva a malapena scalfito delle sue lame. Ogni suo colpo venne parato dalle mani dell’avversario, che alla fine andarono a stringere le scuri con forza, mostrando a Lucilla una netta superiorità. La Viator comprese che il metallo nemico andava indebolito, perciò sferrò un calcio nel ventre freddo dell’armatura e si fece indietro per concentrarsi nuovamente. Ma questa non le diede il tempo di farlo: il suo elmo si aprì e la nebbia nera delle illusioni avvolse velocemente la Viator.

Giulio si era gettato sul ragazzo violento non appena aveva visto Lucilla correre nella sua direzione, ma lui aveva continuato a picchiare con foga quella povera ragazza, senza degnarlo di alcuna considerazione. Appariva spaventato da lei, come se al suo posto vedesse un orribile mostro. 

Giulio era quindi tutto intento a tener fermo il giovane aggressore che continuava a dimenarsi, quando i suoi occhi incrociarono quella scena spaventosa: un’armatura medievale stava combattendo con quella che aveva tutta l’aria d’essere una donna ricoperta di metallo. Sbarrò gli occhi davanti all’improbabile spettacolo, rischiando quasi che il ragazzo gli sfuggisse dalle mani. Strizzò le palpebre più volte, ma quell'assurdità non voleva saperne di scomparire dalla sua vista. Poco dopo, vide la donna fare un passo indietro e portarsi le mani al petto; notò quindi una nebbia nera avvolgerla completamente. Infine osservò la nebbia dissiparsi e, da essa, riemergere Lucilla. “Lucilla, che succede?” gridò stupefatto.

La ragazza non rispose: iniziò a guardare qualcosa ai suoi piedi, indietreggiando lentamente, poi si girò e scappò come se il terreno le stesse crollando sotto i piedi. Giunta senza accorgersene a una scalinata, inciampò e cadde a terra. Giulio lasciò andare il ragazzo e le corse incontro preoccupato, spaventato. Anche l’armatura camminò a passo svelto verso di lei ma, prima di raggiungerla, perse consistenza per qualche secondo. Lucilla e Giulio si voltarono sconvolti: un uomo ricoperto di metallo, sbucato dall’ombra, aveva reso debole lo spettro e lo stava rapidamente facendo a pezzi. Le sue braccia avevano un aspetto normale fino all'altezza del polso, dove si snodavano tre lunghissime punte metalliche ricurve, spesse come spade e altrettanto affilate.

Dopo aver terminato, l’uomo raccolse rapidamente quel che restava dell’armatura e lo portò via, senza dire una parola. Nel frattempo, il ragazzo era scappato in preda al panico; la ragazza si era alzata a fatica ed era fuggita a sua volta. Lucilla e Giulio erano rimasti soli in quel vicolo deserto, ed entrambi non sapevano spiegarsi l’accaduto.

“Cosa stavi facendo? Cos’è successo?” chiese lui, rompendo il silenzio. Lucilla scosse la testa, senza rispondere: la sua mente era confusa da una massiccia dose di adrenalina. Le sue mani si poggiarono istintivamente sul volto di Giulio. Lui trovò il coraggio di lasciarsi andare. Si avvicinò a Lucilla e la baciò con trasporto. Restarono ad assaporarsi in quel modo a lungo, perfettamente in sintonia con quel vicolo silenzioso e scuro.




Dopo questo bellissimo estratto non mi rimane che salutarvi e incitarvi a seguire questo bellissimo blogtour 
un abraccio alla prossima

Vendè

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