Marco Bertoli: La Signora Che Vedeva i Morti

by - giovedì, gennaio 31, 2013

Buona sera entucci eccomi qui a presentarvi il romanzo d'esordio di Marco Bertoli la signora che vedeva i morti

Autore: Marco Bertoli
Lancio: Un giallo storico tra Pisa e la Lunigiana
Editore: Felici
Anno di pubblicazione: 2012
Genere: Narrativa
Formato: 12x17
Legatura: Brossura
Pagine: 360
Illustrazioni: Nessuna
ISBN: 978-88-6019-605-7
Prezzo di copertina: € 13,00
Sinossi: In un XVII secolo molto simile a quello vero, tra Pisa e la Lunigiana, Debrena Mori, primo siniscalco dell’ufficio indagini speciali dei reali moschettieri durante il regno di Ugolino V della Gherardesca, svolge con perizia e freddezza la propria funzione. Un tempo, però, era stata solo una giovane donna del popolo, cieca ma capace di vedere le anime dei defunti. Manfredi Gambacorti, colonnello dei reali moschettieri e Franco Gentilini, mago giudiziario, entrambi funzionari investigativi, indagano su una serie di indecifrabili suicidi e su un omicidio altrettanto misterioso... un giallo in costume dove la Storia si narra con rigore.

Piccolo estratto dell libro: Nel vicolo aleggiava un silenzio irreale, disturbato a tratti dal mugghiare di una folata di libeccio. La figura intabarrata era ben lungi, nella particolare condizione d’animo in cui versava, dall’agognare i piaceri della carne. La sua meta, infatti, non era uno dei grandi portoni ben sbarrati, quanto piuttosto, un piccolo uscio dall’aria sgangherata che si affacciava quasi in fondo alla viuzza, un attimo prima dell’incrocio con Via La Nunziatina. La casa-torre di cui costituiva l’entrata, leggermente sghimbescia, era consona all’aspetto malridotto del portoncino, stonando, con una facciata in cui crepe e buchi si spartivano equamente gli spazi tra le disomogenee pietre squadrate, con la ridondante alterigia degli edifici circostanti. Eppure dietro quei muri malmessi si celava qualcosa di ben più prezioso delle lascive cortigiane e delle loro prodigiose raffinatezze amatorie. Un tremolio dell’aria, un barbaglio di tenui scintille dorate che vorticavano senza posa in un intreccio ordinato che nemmeno il vento riusciva a scompaginare, indicava anche all’occhio più distratto che un potente incantesimo vegliava su quella porta dall’apparenza modesta, tutelandone la sicurezza. Una mano ricoperta da un guanto di morbida pelle di daino uscì con fatica dalla protezione del mantello. S’immerse titubante nel luccichio di faville, avvertendone il leggero pizzicore sul polso scoperto, allungandosi verso il batacchio a forma di demone monocolo che era inchiodato, storto pure lui, all’uscio. Lo sfiorò con esitazione crescente, fece mostra di ritirarsi, poi, come se fosse terminato un conflitto interiore tra opposti sentimenti, lo strinse con un gesto rabbioso e batté un unico colpo che infranse in una miriade di schegge tintinnanti il silenzio del vicolo. Un gemito strozzato perforò le fitte tenebre del cappuccio quando una palpebra di ferro si aprì all’improvviso e una pupilla incandescente fissò indagatrice chi aveva disturbato il suo sonno. Lo sguardo scarlatto incatenò a sé gli occhi celati nell’oscurità, per lui più trasparente del cristallo di Boemia, ammaliandoli come la vipera incanta il topo. Il postulante si sentì trafiggere e sondare i più segreti recessi della sua anima, sino a che, dopo qualche attimo, rimase soltanto un nucleo di nuda fragilità che soddisfece l’esaminatore. « Avanti »  disse una voce proveniente dal nulla, cupa e aspra, dalla sonorità, tuttavia, così stridula da straziare le ossa sino alla giuntura con il midollo. Senza il minimo rumore, il portoncino si aprì rivelando, alla luce tremolante di un moccolo di candela, una rampa di scalini di legno consumati dall’uso che saliva ripida tra due antichi muri di pietra grezza. La figura s’introdusse lesta nel varco, lieta di sfuggire a quella fiamma indagatrice. 

Marco Bertoli è nato a Brescia nel 1956 da genitori lunigianesi. Dopo aver vissuto vent’anni a Cesena, si è trasferito a Pisa dove si è laureato in Scienze Geologiche. Lavora come tecnico di laboratorio al Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa. Saggi di storia militare e gialli storici costituiscono le sue letture preferite.

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