"Piper. Il Pifferario Magico" e "Il Rituale. Il Ritorno del Pifferaio" di Helen McCabe (Recensione)

by - giovedì, marzo 30, 2017

Buongiorno Entucci! Non ci sentiamo da un po', eh? Torno oggi dopo settimane di influenza, con due recensioni.

Come avrete capito dal titolo del post, entrambi i libri appartengono a una saga. Manca il terzo, ma non è in mio possesso e penso proprio che non lo sarà mai... andiamo a vedere perché!



Titolo: Piper. Il Pifferaio Magico
Autore: Helen McCabe
Editore: Leone Editore
Genere: Horror
Pagine: 375
Prezzo: 11,90€
Per acquistarlo: Piper. Il Pifferaio Magico


Sinossi: Arva, Romania: la giovane Anka Petrescu muore in circostanze misteriose, e le indagini della polizia si scontrano con il muro di silenzio degli abitanti del villaggio. Chi è l'assassino, e quali antichi, orrendi riti si tramandano di generazione in generazione ad Arva? Sunny Mead, Stati Uniti: la famiglia Durrant accoglie Diep Koppelberg, affascinante insegnante di musica dal talento prodigioso, quasi magico, ma dal passato oscuro. Un misterioso individuo trama nell'ombra, una presenza inquietante che sconvolge le vite degli sfortunati che capitano sulla sua strada.



Titolo: Il Rituale. Il Ritorno del Pifferaio
Autore: Helen McCabe
Editore: Leone Editore
Genere: Horror
Pagine: 406
Prezzo: 11,82€
Per acquistarlo: Il Rituale. Il Ritorno del Pifferaio


Sinossi: 2007. Ad Arva, in Transilvania, va in scena il secondo atto della battaglia tra lo studente americano Pip Durrant e il Pifferaio, la malvagia entità che ogni trentasei anni esige il cruento sacrificio rituale delle giovani donne del villaggio. Dopo la morte del dottor Sacha Marcu, il primo a indagare sui misteri di Arva, Pip decide di continuare le sue indagini e di recarsi sul luogo, in Romania. Mentre gran parte della popolazione femminile locale è in preda alla malattia mentale, Pip realizzerà lentamente che la sua convinzione iniziale - quella di aver scoperto la vera identità del Pifferaio nel lugubre insegnante di musica Diep Koppelberg, e di averlo sconfitto - è solo un piccolo tassello di una verità ancora più sconvolgente e multiforme, come le tante identità del Pifferaio.


Che dire... avevo grandi aspettative su questa saga. Dopo aver letto la sinossi, ero veramente tanto curiosa. Bramavo di sapere come fosse narrata questa rivisitazione della famosa fiaba del Pifferaio di Hamelin in chiave horror. Ma di horror non ha nulla, almeno per me ovviamente.

Trama avvincente, storia banale. Ma forse il problema sono io: non riesco più a trovare una storia che mi dia dei veri brividi, che mi faccia venir voglia di tenere la luce accesa di notte. Sono io davvero poco impressionabile o sul serio questa storia non è un granché?

E proprio per questo motivo che ho fatto una veloce ricerca sul web per vedere cosa ne pensassero altri lettori. I pareri sono discordanti ma la maggioranza ha osannato questa storia, mia madre compresa. A lei è piaciuta moltissimo e vorrebbe leggere anche il terzo libro.

Tutto soggettivo, mi pare ovvio e normale e ci tengo sempre a ribadirlo. Descrizione di luoghi e personaggi fin troppo dettagliate. Solitamente la Romania e la Transilvania in particolare, nei libri "horror" le associo a scenari lugubri, agghiaccianti, angoscianti... in questa storia non li ho trovati così.

Ho trovato questi libri anche molto prevedibili soprattutto in alcune scene: sapevo già cosa sarebbe successo dopo una determinata cosa. Non c'è stato nessun colpo di scena, nulla che potesse farmi stare con il fiato sospeso, impaziente di girare pagina per vedere che cosa poteva mai capitare.

E' possibile che io non riesca più a farmi coinvolgere da una storia definita "dell'orrore"? Non sono una persona prevenuta, assolutamente! Verso niente e verso nessuno, tanto meno verso i libri.

Non mi impongo un solo genere, amo spaziare e leggere di tutto e di più. E credo che proprio per questo io possa dire con convinzione, che qui di horror non c'è nemmeno l'ombra.

So cos'è una storia horror, ne ho lette tante in vita mia. In questa saga, non ho trovato tutti quei particolari, anche minimi, che hanno fatto sì che in me sorgesse anche solo un minimo di paura.

Non credo proprio che leggerò il terzo libro di questa saga. Dopo due libri così, non penso che migliorerà.

Ringrazio comunque la Leone Editore per avermi omaggiata del secondo libro della serie e Vendé per avermi regalato il primo.

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