Recensione | Sabbie Mobili di Malin Persson Giolito

by - lunedì, dicembre 17, 2018

Sabbie mobili
IL NUOVO FENOMENO EDITORIALE ARRIVA DAL NORD
300.000 copie in Svezia
Pubblicato in 28 Paesi
Una serie NETFLIX in arrivo

“Molto più che un semplice thriller”, The New York Times
“Crea dipendenza”, The Sunday Times
“Emozionante”, TIME

Autore: Malin Persson Giolito
Titolo: Sabbie mobili, Tre settimane per capire un giorno
Prezzo: € 16,90 | Ebook: €  9,99|
Pagine: 380 | Genere:  Thriller YA |
Editore: Salani | Data di pubblicazione: 31 Maggio

IL LIBRO: Stoccolma, il quartiere più elegante. Nella classe di un liceo cinque persone sono a terra, colpite da una raffica di proiettili. Accanto a loro, Maja Norberg: diciotto anni appena compiuti, brava studentessa, popolare, ragazza di buona famiglia. Tra le vittime ci sono il suo fidanzato, Sebastian Fagerman, il figlio dell’imprenditore più ricco di Svezia e la sua migliore amica, Amanda.

Nove mesi dopo, il processo sta per cominciare. Maja è accusata della strage e ha trascorso un lungo periodo in custodia cautelare. I giornali non le hanno dato tregua, nessuno crede alla sua innocenza, la ragazza della porta accanto si è trasformata nella teenager più odiata di Svezia.

Peder Sander, l’avvocato difensore, ha il difficile compito di mettere in discussione quello che ormai sembra scontato per tutti, la colpevolezza della ragazza, e di fare emergere la verità di Maja. Che cosa ha fatto? O, forse, è quello che non ha fatto ad averla condotta a questo punto?

Attraverso la voce di Maja, irriverente, dura, unica, ripercorriamo i fatti fino ad arrivare a quel terribile giorno. L’incontro con Sebastian, un amore malato e totalizzante, feste, tradimenti. E, mentre il racconto prosegue, si sgretola la facciata rassicurante di una comunità agiata in cui gli adulti si voltano dall'altra parte per non vedere i loro figli che – tra violenza, tensioni razziali e problemi di droga – affondano sempre di più nelle sabbie mobili.

Un crime avvincente e fuori dagli schemi, ma non solo. Sabbie mobili è un romanzo che dipinge con cruda acutezza i risvolti più bui della società occidentale di oggi.

«C’è puzza di uovo marcio. L’aria è grigia e densa di fumo di polvere da sparo. Hanno tutti almeno una pallottola in corpo, a parte me. Io non ho neanche un livido»

Dopo il grande successo in Svezia, verrà presto pubblicato in 28 Paesi e diventerà una serie televisiva Netflix.

L’AUTRICE: Malin Persson Giolito è nata a Stoccolma nel 1969. Ha lavorato come avvocato per il più grande studio legale scandinavo ed è un funzionario della Commissione Europea a Bruxelles, dove vive con il marito e le tre figlie.

Sabbie mobili è il suo terzo romanzo e ha riscosso un enorme successo vendendo più di 300.000 copie in Svezia. Ha vinto diversi premi, tra cui il Best Crime Novel 2016, il Glass Key Award 2017 e il Prix du Polar Européen 2018.

Si ringrazia Giorgia Rambaldi "Paper Purrr" per aver letto e recensito il romanzo
 
Sabbie mobili parla di Maja, ragazza appena diciottenne di Stoccolma accusata di aver partecipato attivamente a una strage nella sua classe. La scena si apre con Maja in piedi dopo la strage a descrivere cosa è successo. C’è sangue, molto sangue. Lei però non ha nemmeno un graffio. Parte così la dura lotta legale ed emotiva della ragazza, accusata di aver ucciso la sua migliore amica e il suo ragazzo.

La narrazione si divide in 3 fasi alternate: il processo, la stanza dove Maja vive in custodia cautelare e i suoi ricordi. Tutto viene visto in prima persona da Maja che narra i fatti al tempo presente, il patto finzionale prevede il lettore come spettatore degli eventi nel momento in cui accadono. Vediamo tutto coi suoi occhi da adolescente spaventata, ansiosa e molto intelligente. I nomi dei personaggi sono quelli che lei gli attribuisce, dal suo avvocato chiamato sempre Frittellone al procuratore che lei riconosce come Chiamami-Lena.

Maja vive in maniera estremamente vigile qualsiasi cosa, vede i difetti di chiunque sia in aula, vede l’ansia degli avvocati, il sudore sulla fronte, le mani che si attorcigliano fra di loro, tutti i tic. Questa attenzione non è solo dovuta alla paura che le apre i sensi, ma anche e soprattutto alla noia. Perché sì, Maja sta rischiando grosso, ma non c’è nulla che possa fare e lei è comunque una ragazzina che non riesce ad ascoltare un processo fatto di codici e discorsi in “avvocatese”. Pensa alla sua famiglia, a cosa ha perso e a come la sua vita sia cambiata, a come ha fatto a finire così.

Quindi si passa alla seconda parte della narrazione: i suoi ricordi. Maja ripassa un po’ alla volta il suo ultimo anno, l’anno della fine. L’anno in cui ha incontrato Sebastian e se ne è innamorata. Siamo nella sua mente, sentiamo i suoi pensieri, proviamo i suoi sentimenti, capiamo il suo punto di vista. Non sappiamo se sia innocente o colpevole, in ogni caso empatizziamo con lei, siamo lei. Capiamo il suo dolore e la sua disperazione man mano che il tempo passa e i ricordi avanzano e lei affonda sempre di più nelle sabbie mobili, fino a non poterne più uscire..

Quando poi è nella sua cella d’isolamento, priva di qualsiasi tipo di mobilio, piccola e angusta, in cui è costretta a passarci 23 ore al giorno (spesso 24) vediamo le parti più profonde del suo animo, le sue paure, il suo fisico che sta iniziando a cedere, i suoi pensieri che spaziano. C’è spazio anche per una dolce malinconia in tutto questo male. I ricordi della sua sorellina Lina, dell’ultimo Natale con il nonno, delle feste con gli amici, di sentimenti nuovi che sbocciano. Tutto questo viene puntualmente cancellato quando è costretta a tornare in aula.

Tre settimane. È questo il lasso di tempo che Maja ha prima di vedere un nuovo cambiamento nella sua vita: che sia condanna o perdono. Maja sa comunque di essere colpevole in ogni caso agli occhi della Svezia, che nulla di quello che la corte deciderà cambierà nulla.

Non c’è perdono in questa storia, né redenzione. Da parte di nessuno, nemmeno della stessa Maja. C’è però comprensione, accettazione, dolore. Dolore per Sebastian, Dolore per Maja. Dolore per le vittime. È il quadro di un mondo malato fatto di apparenze, fatto di soldi, carisma, potere, falsità visto però dalla parte di chi ci è dentro solo come spettatore inerme, impotente nonostante i tentativi di affrontare questo mondo in cui lei stessa è invischiata.

Un romanzo potente, da leggere con avidità e passione e che si lascia divorare dal lettore famelico di capire e di addentrarsi sempre di più nel marcio. Fino a sprofondare nelle sabbie mobili.

SI RINGRAZIA LA CASA EDITRICE PER LA COPIA DEL ROMANZO

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